
Intervista Radio Lombardia
Ai microfoni di #LiveSocial, a nome della Kombat Academy, Alessandro Balzari
Guarda l’intervista rilasciata dal nostro tecnico di pugilato Alessandro Balzari ai microfoni della trasmissione #LiveSocial di Radio Lombardia
La tipologia di persone che viene in palestra è di differente tipo, ha differenti desideri e aspettative. Si può dire che tutti entrano in palestra cercando di acquisire, facendo sport, una migliore forma fisica ma soprattutto più sicurezza in se stessi che aiuterà ad aumentare la propria autostima, e il divertimento perché comunque sport da combattimento vuol dire divertirsi… divertimento per tutti, da chi lo vuole fare a livello amatoriale a chi intraprende un percorso agonistico. Diciamo che però alla base c’è un confronto con se stessi nei momenti di difficoltà principalmente, perché combattimento è anche difficoltà, stress, paura.. dobbiamo semplicemente insegnare alle persone a gestire questa paura e renderla un’alleata.
Il pubblico è veramente eterogeneo e questa è una delle cose belle di realtà come la nostra che abbraccia dai bambini agli adulti di oltre 50 anni. Come tecnico ti posso dire che la soddisfazione più grande è quella di veder crescere un bambino, diventare un atleta agonista magari già all’età di 13 anni, dopo che lo si è allenato da quando ne aveva 9, e vederlo trasformarsi prima in un ragazzo e poi in un uomo.
Il rapporto che il bambino instaura col tecnico che lo segue è di tipo familiare: diventano dei fratelli e in alcuni casi anche dei figli. Siccome gli sport da combattimento richiedono tantissima disciplina, soprattutto quando si fanno a livello agonistico, i ragazzi crescono già imparando a rispettare le regole.. quelle regole che gli permettono di entrare in palestra e dare il meglio di sé, perché poi l’errore sul ring o durante il combattimento lo si paga col dolore.
La creazione di un ambiente familiare all’interno della palestra è fondamentale perché per richiedere certi sforzi, i ragazzi e le ragazze devono fidarsi di te, credere in te, si devono dedicare anima e corpo a quello che fanno… senza ottenere nulla in cambio se non soddisfazione personale. Perché purtroppo in questo ambito non ci sono quei sostentamenti economici che ci sono in altri sport, come nel calcio, quindi per loro tutta la sofferenza e il sacrificio è quasi solo finalizzato a sentirsi orgogliosi e soddisfatti di se stessi e tante volte anche a rendere orgoglioso il proprio maestro.